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Estate italiana anni 60
today29 Giugno 2022
La fine degli anni ‘60 fu segnata da un profondo cambiamento generazionale che portò al movimento noto con il nome di Sessantotto.
In realtà con questo termine non ci si riferisce al solo anno ma a una più ampia stagione di ribellione partita tra i giovani attratti dall’idea di poter cambiare la società e soprattutto rivoluzionare il concetto di politica fino a quel momento valido.
Un senso di insoddisfazione che cominciò a serpeggiare e si diffuse soprattutto tra studenti e operai e che esplose prima di tutto nelle università poi nelle scuole, nelle fabbriche e infine nelle piazze.
Al centro delle proteste vi erano le istituzioni e quei valori tradizionali che le istituzioni stesse avevano protetto non sempre con metodi pacifici.
Di fatto, era la ribellione alla società occidentale e al capitalismo
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Anche la musica cambiò ritmo e significato. Negli anni frenetici della contestazioni prese vita il filone del cantautorato politico ed impegnato che molto si distaccava dalla classica “musica italiana romantica” protagonista tra i ’50 e i primi ’60. Ricordiamo ad esempio, Fabrizio de Andrè che scrisse con Bentiviglio e Piovani “Storia di un impiegato” con il bravo di apertura “Canzone di maggio” ispirata proprio alle rivolte partite a maggio ’68 in Francia.
Più che in altri paesi europei, proprio in Italia tale contestazione degenerò in estremismo e violenza gettando il Paese nei tragici anni del “terrorismo”.
Malgrado ciò, possiamo dire che la stagione della rivolta diede impulso ad una partecipazione più attiva dei giovani e delle donne alla politica con una marcata sensibilità per i temi della pace e dei diritti civili.
Scritto da: redazione